lunedì 2 marzo 2015

QUANDO SI VOGLIONO CHIUDERE GLI OCCHI!

Giovedì 18 Febbraio: nella chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, in località Pratolungo, si è celebrata una messa in ricordo dei martiri di quel luogo, condannati ad atroce fine dai soldati tedeschi, ormai resi folli dalla consapevolezza della loro imminente sconfitta. La celebrazione è stata presieduta dalle rappresentanze civili e militari, dalle associazioni a carattere culturale e storico, e dai bambini provenienti da vari plessi scolastici, assieme ai parenti di quelle vittime. Il sacerdote ha ricordato la necessità di perdono, ferma restando la dura condanna per quell' orrore, vergogna per chiunque voglia definirsi uomo, perpetrato da persone che professavano la stessa fede dei loro perseguiti. Ha parlato, poi, del fatto che nessuno sforzo intellettuale, pur dovuto, avrebbe potuto cancellare quello scempio. Al seguito, dopo la cerimonia, rappresentanti delle autorità civili e coloro che potevano dare testimonianza, hanno ricordato, nei dettagli, ciò che successe. Ci sono state emozionanti discorsi, trasposizioni recitazioni e poetiche da parte di attori e , per finire, pensieri dei bambini delle scuole presenti, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di I° Grado. Tutti uniti al d i là del loro credo politico e religioso, al di là dell' età e della nazionalità di origine. Si è parlato dell' assurdità di quei gesti , a memoria del dolore inflitto alla comunità locale, del fatto che il raziocinio non può spiegare la sconcertante alterazione della natura umana negli individui che hanno compiuto quegli esecrabili crimini: una rappresaglia di fronte ad  un uomo che  voleva difendere la propria consorte, oggetto di istinti belluini da parte di un soldato tedesco, ucciso per legittima difesa... Deportazione ed eliminazione fisica di civili in base alle leggi di guerra dell' epoca ( il rapporto era di dieci italiani per ogni tedesco , ma in quel caso si andò persino oltre). Poveri nostri concittadini rifugiati nelle campagne, che cercavano di sopravvivere come potevano in un' Italia ormai stremata dalla guerra, sottratti per sempre alla loro libertà e alla loro vita per puro, cieco, gioco di potere svincolato da ogni norma etica e morale. A seguire, la visita alla stele sorta in ricordo, nel luogo di quella barbarie: silenzio, sgomento e commozione. Era come se dalla terra fuggisse un disperato lamento: “Perché?”. Dopo l' omaggio, tutti siamo ritornati, mesti, con un tonfo  nel cuore...

                                                                                                                                      Giovanni Pinna                                                                                                                                                                         

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