Giovedì 18 Febbraio: nella chiesa
dedicata alla Madonna del Carmine, in località Pratolungo, si è celebrata una
messa in ricordo dei martiri di quel luogo, condannati ad atroce fine dai
soldati tedeschi, ormai resi folli dalla consapevolezza della loro imminente
sconfitta. La celebrazione è stata presieduta dalle rappresentanze civili e
militari, dalle associazioni a carattere culturale e storico, e dai bambini
provenienti da vari plessi scolastici, assieme ai parenti di quelle vittime. Il
sacerdote ha ricordato la necessità di perdono, ferma restando la dura condanna
per quell' orrore, vergogna per chiunque voglia definirsi uomo, perpetrato da
persone che professavano la stessa fede dei loro perseguiti. Ha parlato,
poi, del fatto che nessuno sforzo intellettuale, pur dovuto, avrebbe potuto
cancellare quello scempio. Al seguito, dopo la cerimonia, rappresentanti delle
autorità civili e coloro che potevano dare testimonianza, hanno ricordato, nei
dettagli, ciò che successe. Ci sono state emozionanti discorsi, trasposizioni
recitazioni e poetiche da parte di attori e , per finire, pensieri dei bambini
delle scuole presenti, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di I° Grado. Tutti
uniti al d i là del loro credo politico e religioso, al di là dell' età e della
nazionalità di origine. Si è parlato dell' assurdità di quei gesti , a memoria
del dolore inflitto alla comunità locale, del fatto che il raziocinio non può
spiegare la sconcertante alterazione della natura umana negli individui che
hanno compiuto quegli esecrabili crimini: una rappresaglia di fronte ad un uomo che
voleva difendere la propria consorte, oggetto di istinti belluini da
parte di un soldato tedesco, ucciso per legittima difesa... Deportazione ed
eliminazione fisica di civili in base alle leggi di guerra dell' epoca ( il
rapporto era di dieci italiani per ogni tedesco , ma in quel caso si andò
persino oltre). Poveri nostri concittadini rifugiati nelle campagne, che
cercavano di sopravvivere come potevano in un' Italia ormai stremata dalla
guerra, sottratti per sempre alla loro libertà e alla loro vita per puro,
cieco, gioco di potere svincolato da ogni norma etica e morale. A seguire, la
visita alla stele sorta in ricordo, nel luogo di quella barbarie: silenzio,
sgomento e commozione. Era come se dalla terra fuggisse un disperato lamento:
“Perché?”. Dopo l' omaggio, tutti siamo ritornati, mesti, con un tonfo nel cuore...
Giovanni Pinna
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