Il falò per tradizione fa parte
dei riti silvestri pagani, che attraverso il rituale di purificazione e di
consacrazione, volevano celebrare l’arrivo della primavera e chiamare una buona
annata per la raccolta nei campi. Su questa tradizione si è successivamente innestata la ricorrenza
religiosa di San Giuseppe, fissata dal calendario della Liturgia cristiana il
19 Marzo.In questo periodo enormi cumuli
di legna vengono prodotti dalle potature dei vigneti e queste fascine vengono
lasciate dai contadini nelle loro terre in attesa di essere portate nei posti
dove verranno fatti i falò. Con questa legna verranno infatti creati dei grandi
e pirotecnici falò accesi nelle piazze ad illuminare la notte di San Giuseppe,
con un rituale che si conserva nei tempi.Questi falò fin dai tempi
antichi venivano accesi in segno propiziatorio e servivano ad ingraziarsi le
forze della Natura, ad indicare che l’inverno con i suoi rigori e le sue
miserie cedeva il passo alla primavera, quindi l’avvento della stagione dei
raccolti e della rinascita della natura.
La tradizione non si è persa ed ancora
oggi, girando qua e là per la campagna o per i centri urbani vicino alle zone agricole
, si vedono i falò accesi nel segno di una tradizione che non viene meno e che
diviene occasione per festeggiare e riunire le famiglie. Nei periodi che
precedono la festività di San Giuseppe vi è una gara tra i rioni nell’accumulare
il maggior quantitativo possibile di fascine e frasche, della potatura degli
ulivi e delle viti, per accendere un grande falò che durerà anche due sere
consecutive.Questi riti sono accompagnati
da musiche e canti, cibi e dolci consumati all’ aperto al fuoco scoppiettante
dei falò. In alcune località vengono distribuite anche a visitatori proveniente
dagli altri rioni del paese cibo dolciumi e vino. Si crea una sorta di
pellegrinaggio con persone che fanno in giro dei falò dei vari rioni per
giudicare quale sia il più grande, il più bello, il più ospitale tra di essi.Quando
le fiamme del falò sono ormai basse e la
notte tarda, aiutati dal vino e dal cibo che contribuisce a dare coraggio, molti
sfidano il fuoco passando su di esso . Nell’ immaginario del rituale, che
affonda le sue radici in epoche storiche lontanissime, tali salti avevano
l’inconscio significato dell’uomo che sfida e domina le forze della natura.
Ferrari Cesare, Garau Paolo,
Marzolla Beatrice, Pisanti Anna Rita
IB ANTONIO BELLARDINI
Ferrari Cesare, Garau Paolo,
Marzolla Beatrice, Pisanti Anna Rita
IB ANTONIO BELLARDINI
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