Ancora una volta è stata la voce
della cultura a risuonare tra le mura dell' Aula Consiliare del Comune di
Cisterna: difatti, mercoledì 18 Marzo, si è svolto un incontro, realizzato in
collaborazione con l' Istituto “Leone Caetani”, con “L'Archeoclub d' Italia”,
nella persona della dott.ssa Carla Vaudo.
Dopo un breve preambolo illustrativo della Preside dott.ssa Patrizia
Pochesci, la “lectio” ha avuto subito inizio: il tema era quello della
trattazione del Rinascimento tramite i reperti delle vestigia architettoniche
(in questo caso le ville e i palazzi dei potenti di allora) ed attraverso l'
osservazione della vita privata dei signori che le avevano commissionate e che
ne usufruivano. Potremmo chiederci: perché attraverso la “lente” della vita
privata? Poiché, a differenza di oggi (dove la vita privata ha connotati
“sacrali”), allora, essa era un modo per
declinare il pubblico e mantenere allo stesso tempo fitti legami col potere e
gli affari economici, naturalmente trattati in maniera informale, sotto le
vesti del divago e dell' otium: implicitamente la villeggiatura rappresentava
l' affermazione e la rappresentazione dello status dei detentori del potere
economico e sociale. La dott.ssa Vaudo ha immediatamente fatto notare la
differenza con il Medioevo, periodo “buio”, pervaso dalla preoccupazione
dominante per la sicurezza e connotato da figure architettoniche di tipo
“difensivo” (il castello, la chiesa, il comune) e, culturalmente parlando, si
rifiutava la “classicità” greco-romana. Nel rinascimento, di converso, le
infrastrutture erano più sviluppate, le condizioni economiche generali più
prospere e floride, si recuperavano i classici, si andavano a rivalutare Plinio,
Platone, Lucrezio e in genere tutta la letteratura e la filosofia antica. Agli
stili architettonici “difensivi” si sostituivano stili “aperti”, opere più
raffinate ed informali, ricche di rappresentazioni artistiche “colte”, con
esplicito intento di sfoggio di erudizione.
La dott.ssa Vaudo ha poi
sottolineato che, spesso e volentieri, le ville più recenti sorgevano su
rovine nascoste di ville antiche e ciò perché le esigenze strategiche, il gusto
e l' immediata individuazione di luoghi particolarmente ameni erano,
evidentemente, una sorta di “costante”nel tempo. Si è inoltre parlato di
bioarchitettura, di costruzioni fortemente integrate con l' ambiente esterno, anche attraverso
artifici pittorici murali interni che rappresentavano giardini e boschi, che di
fatto creavano un'illusoria ma realistica estensione dell' abitato: arte
mimetica, in pochi termini... l' ambiente e l' architettura erano concepite
assieme. Nel dettaglio, con l'ausilio di proiezioni, la dott.ssa Vaudo ha
parlato precipuamente di Villa Medici, di Villa Chigi, Villa Farnese e della
Villa dei Lante con una dovizia di particolari impressionante ma, anche di
reperti archeologici non più esistenti e di ville dislocate al di fuori del
territorio romano. Si è parlato d'arte, storia, antropologia, sociologia,
filosofia e mitologia, nonché di architettura. Che dire? Meraviglioso: un
approccio olistico, multiprospettico, completo.
Alla fine è intervenuta il
Sindaco Eleonora Della Penna auspicando il ripetersi di incontri di questo
tipo, specialmente per erudire i giovani, i quali, ha fatto notare, senza
riferimenti culturali non saranno mai veramente liberi.
Giovanni Pinna
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