domenica 22 marzo 2015

ARCHEOLOGIA: UN APPROCCIO MULTIPROSPETTICO

Ancora una volta è stata la voce della cultura a risuonare tra le mura dell' Aula Consiliare del Comune di Cisterna: difatti, mercoledì 18 Marzo, si è svolto un incontro, realizzato in collaborazione con l' Istituto “Leone Caetani”, con “L'Archeoclub d' Italia”, nella persona della dott.ssa Carla Vaudo.  Dopo un breve preambolo illustrativo della Preside dott.ssa Patrizia Pochesci, la “lectio” ha avuto subito inizio: il tema era quello della trattazione del Rinascimento tramite i reperti delle vestigia architettoniche (in questo caso le ville e i palazzi dei potenti di allora) ed attraverso l' osservazione della vita privata dei signori che le avevano commissionate e che ne usufruivano. Potremmo chiederci: perché attraverso la “lente” della vita privata? Poiché, a differenza di oggi (dove la vita privata ha connotati “sacrali”), allora, essa era un modo per declinare il pubblico e mantenere allo stesso tempo fitti legami col potere e gli affari economici, naturalmente trattati in maniera informale, sotto le vesti del divago e dell' otium: implicitamente la villeggiatura rappresentava l' affermazione e la rappresentazione dello status dei detentori del potere economico e sociale. La dott.ssa Vaudo ha immediatamente fatto notare la differenza con il Medioevo, periodo “buio”, pervaso dalla preoccupazione dominante per la sicurezza e connotato da figure architettoniche di tipo “difensivo” (il castello, la chiesa, il comune) e, culturalmente parlando, si rifiutava la “classicità” greco-romana. Nel rinascimento, di converso, le infrastrutture erano più sviluppate, le condizioni economiche generali più prospere e floride, si recuperavano i classici, si andavano a rivalutare Plinio, Platone, Lucrezio e in genere tutta la letteratura e la filosofia antica. Agli stili architettonici “difensivi” si sostituivano stili “aperti”, opere più raffinate ed informali, ricche di rappresentazioni artistiche “colte”, con esplicito intento di sfoggio di erudizione.
La dott.ssa Vaudo ha poi sottolineato che, spesso e volentieri, le ville più recenti sorgevano su rovine nascoste di ville antiche e ciò perché le esigenze strategiche, il gusto e l' immediata individuazione di luoghi particolarmente ameni erano, evidentemente, una sorta di “costante”nel tempo. Si è inoltre parlato di bioarchitettura, di costruzioni fortemente integrate con l' ambiente esterno, anche attraverso artifici pittorici murali interni che rappresentavano giardini e boschi, che di fatto creavano un'illusoria ma realistica estensione dell' abitato: arte mimetica, in pochi termini... l' ambiente e l' architettura erano concepite assieme. Nel dettaglio, con l'ausilio di proiezioni, la dott.ssa Vaudo ha parlato precipuamente di Villa Medici, di Villa Chigi, Villa Farnese e della Villa dei Lante con una dovizia di particolari impressionante ma, anche di reperti archeologici non più esistenti e di ville dislocate al di fuori del territorio romano. Si è parlato d'arte, storia, antropologia, sociologia, filosofia e mitologia, nonché di architettura. Che dire? Meraviglioso: un approccio olistico, multiprospettico, completo.

Alla fine è intervenuta il Sindaco Eleonora Della Penna auspicando il ripetersi di incontri di questo tipo, specialmente per erudire i giovani, i quali, ha fatto notare, senza riferimenti culturali non saranno mai veramente liberi.

Giovanni Pinna

Nessun commento:

Posta un commento