martedì 31 marzo 2015

CECILIA

Come sarebbe vivere guardando il mondo con un solo occhio?? Sembrerebbe una risposta facile da dare, basta mettere una mano su un occhio e provare ad osservare la vita….ma in realtà questa domanda la dovremmo rivolgere a chi la vita è costretta tutti i giorni a viverla così.
Questa è la storia di Cecilia, una bambina di tre anni malata di retinoblastoma, un tumore maligno della retina. Oggi i suoi genitori sono venuti nella nostra scuola per raccontarci quella che il suo papà ha definito “la nostra avventura”.
Cecilia è nata con una macchiolina bianca sull’occhio destro, cosa che fino ai sei mesi è stata reputata dal medico di famiglia poco importante. I genitori, curiosi di dare una risposta ai loro dubbi, andarono a cercare su internet e si trovarono davanti una verità sconcertante: la macchiolina bianca era sintomo di tumori alla retina degli occhi.

Subito portarono la bambina all’ospedale Bambino Gesù, per una visita oculistica e da lì incominciò il loro calvario fatto di ricoveri in ospedale, analisi, terapie, per cercare di combattere un tumore maligno che si presentava con alti e bassi. Tutto questo fino ad arrivare prima ad una operazione per applicare una lastrina per poi procedere con la radioterapia, con la speranza  di ottenere buoni risultati, ma questo non è avvenuto. All’improvviso il tumore si è fatto ancora più aggressivo e i medici sono stati costretti all’asportazione  dell’occhio destro. Dopo l’operazione Cecilia ha dovuto fare un ciclo di chemioterapia, che l’ha portata alla perdita dei suoi capelli e la sua mamma per non farla sentire diversa anche lei se li  è rasati. Ora Cecilia porta una protesi  al posto del  suo occhio, ma non si sente diversa dagli altri bambini e vive una vita normale: va all’asilo, gioca con i suoi compagni, continua a fare i suoi controlli….insomma guardandola sembrerebbe una bambina come tante con la sola differenza che Cecilia dovrà vivere la sua vita osservandola con un occhio solo.

GIULIA DE ROMANIS





giovedì 26 marzo 2015

CIOCCOLATERIA...IN CORSO!

Oggi gli alunni della 2C   si sono messi nei panni dei maestri cioccolatieri! Sotto la guida del magico professor Farese e la vigilanza "MATERNA" (perché nessuno di noi si ustionasse!)  della professoressa Tremonti, ha preso avvio il "chocolaboratorio". 
Abbiamo iniziato a realizzare uova pasquali, soprattutto di cioccolata fondente. Tra pentolini antiaderenti, formine e fornelli il "chocolaboratorio" è iniziato! Per vedere il risultato finale...vi terremo aggiornati!

2C
PRATO CESARINO





I FUOCHI DI SAN GIUSEPPE

Il 19 Marzo l'istituto Leone Caetani ha fatto rivivere, con varie manifestazioni nei singoli plessi, l'antica tradizione cisternese dei falò. Noi alunni della 2C abbiamo partecipato all'accensione del falò, insieme ai "cuccioli" della scuola dell'infanzia. Erano presenti genitori, nonni ed insegnanti. 
Le origini dei fuochi di San Giuseppe si perdono nella notte dei tempi; pare che la tradizione sia legata alle celebrazioni pagane del solstizio o ai ritmi di una comunità agro-pastorale che alla fine dell'inverno svuota le stalle o dalla disponibilità delle frasche derivanti dalla potatura degli alberi. Un'altra tradizione vuole che i falò facciano riferimento al Santo protettore dei falegnami che un tempo con la fine dell'inverno, facevano pulizia nelle loro botteghe. In particolare nel territorio cisternese i falò rievocano il momento dell'esodo, quando i cittadini furono costretti a lasciare i loro rifugi, durante i bombardamenti della città da parte degli anglo-americani, nella seconda guerra mondiale.
Sempre, dopo l'accensione del fuoco, le comunità vivono momenti di socialità e convivialità. In particolare la manifestazione di quest'anno si è incentrata sulla "sana colazione" di una volta. Ogni famiglia partecipante ha portato un dolce tipico della propria tradizione oppure marmellate fatte in casa. Alcuni nonni ci hanno raccontato come facevano colazione ai loro tempi. Una colazione frugale e ripetitiva che non prevedeva certo merendine... e grassi aggiunti !. A questo proposito è intervenuta la signora Teresa Caselli, la sorella di don Giuseppe, il parroco a cui è intitolata la nostra scuola. Anche la signora ha ricordato la colazione modesta fatta di latte e pezzetti di pane, di suo fratello. Durante la mattinata si sono svolte due divertenti gare: maschi contro femmine della 2c  per la gara di spremitura di arance e la gara tra genitori ha colpi(dolci)... di frusta. I dolci infornati nelle rispettive case delle mamme in gara, vengono venduti il 24 marzo  durante il mercatino della solidarietà. Il ricavato andrà in beneficenza all'associazione AILR ( per la lotta al Retino-Blastoma cioè un  tumore maligno alla retina).

2C 
PRATO CESARINO

mercoledì 25 marzo 2015

IL FALO' DI SAN GIUSEPPE

Il falò per tradizione fa parte dei riti silvestri pagani, che attraverso il rituale di purificazione e di consacrazione, volevano celebrare l’arrivo della primavera e chiamare una buona annata per la raccolta nei campi. Su questa tradizione  si è successivamente innestata la ricorrenza religiosa di San Giuseppe, fissata dal calendario della Liturgia cristiana il 19 Marzo.In questo periodo enormi cumuli di legna vengono prodotti dalle potature dei vigneti e queste fascine vengono lasciate dai contadini nelle loro terre in attesa di essere portate nei posti dove verranno fatti i falò. Con questa legna verranno infatti creati dei grandi e pirotecnici falò accesi nelle piazze ad illuminare la notte di San Giuseppe, con un rituale che si conserva nei tempi.Questi falò fin dai tempi antichi venivano accesi in segno propiziatorio e servivano ad ingraziarsi le forze della Natura, ad indicare che l’inverno con i suoi rigori e le sue miserie cedeva il passo alla primavera, quindi l’avvento della stagione dei raccolti e della rinascita della natura. 


La tradizione non si è persa ed ancora oggi, girando qua e là per la campagna o per i centri urbani vicino alle zone agricole , si vedono i falò accesi nel segno di una tradizione che non viene meno e che diviene occasione per festeggiare e riunire le famiglie. Nei periodi che precedono la festività di San Giuseppe vi è una gara tra i rioni nell’accumulare il maggior quantitativo possibile di fascine e frasche, della potatura degli ulivi e delle viti, per accendere un grande falò che durerà anche due sere consecutive.Questi riti sono accompagnati da musiche e canti, cibi e dolci consumati all’ aperto al fuoco scoppiettante dei falò. In alcune località vengono distribuite anche a visitatori proveniente dagli altri rioni del paese cibo dolciumi e vino. Si crea una sorta di pellegrinaggio con persone che fanno in giro dei falò dei vari rioni per giudicare quale sia il più grande, il più bello, il più ospitale tra di essi.Quando le fiamme del falò sono ormai basse  e la notte tarda, aiutati dal vino e dal cibo che contribuisce a dare coraggio, molti sfidano il fuoco passando su di esso . Nell’ immaginario del rituale, che affonda le sue radici in epoche storiche lontanissime, tali salti avevano l’inconscio significato dell’uomo che sfida e domina le forze della natura.

Ferrari Cesare, Garau Paolo, Marzolla Beatrice, Pisanti Anna Rita 
IB ANTONIO BELLARDINI

LA PUBBLICITA`

Il giorno 16/03/2015 noi alunni della classe 1°B –plesso di scuola secondaria di I grado “Antonio Bellardini” abbiamo incontrato l’esperta Coop: signora Emanuela.
La discussione è stata incentrata sui vari aspetti della pubblicità.  Prima di scendere nei particolari, la nostra interlocutrice ha affermato che la validità e la capacità persuasiva dei vari spot è demandata interamente alla creatività del pubblicitario.


Il pubblicitario deve scegliere i seguenti elementi:
PERSONAGGI:attori famosi e non ,cantanti ,comici, sportivi, chef ,cartoni animati. Alcune volte nelle pubblicità compaiono anche i produttori del prodotto promosso, per dar fiducia al compratore.
SLOGAN:frase d’ effetto(fate l’ amore con il sapore).
MUSICA:per far rimanere impresso lo slogan al target.
IMMAGINI e COLORI: il colore rosso attira di più l’attenzione;anche le dimensioni attirano l’attenzione del target.
TARGET:fascia d’età a cui sono rivolti gli slogan pubblicitari.
DURATA:inferiore ai 30 secondi; alcune volte durante le interruzioni dei vari programmi vengono mandati in onda dai sette ai quattordici spot pubblicitari.
GADGET/CONCORSI:sono collegati al TARGET.
ORARI/TV:collegati sempre al TARGET.


Anche la  maggior parte dei prodotti alimentari che consumiamo quotidianamente vengono pubblicizzati tenendo conto di questi elementi. Tuttavia a noi è stata offerta l’opportunità di riflettere e di assumere un atteggiamento critico di fronte a ciò che di volta in volta gli spot pubblicitari propongono. Grazie al confronto tra le etichette di prodotti simili (che abbiamo fatto direttamente al supermercato COOP nel precedente incontro al suo interno) abbiamo potuto osservare che spesso l’unica differenza tra un prodotto reclamizzato e non sta soltanto nella differenza di prezzo: notevolmente più alto nei prodotti più pubblicizzati!

Martorana Aurora, Marchionni Aurora, Floreale Pietro Paolo, Cippitani Alessio 
IB “ANTONIO BELLARDINI”

domenica 22 marzo 2015

ARCHEOLOGIA: UN APPROCCIO MULTIPROSPETTICO

Ancora una volta è stata la voce della cultura a risuonare tra le mura dell' Aula Consiliare del Comune di Cisterna: difatti, mercoledì 18 Marzo, si è svolto un incontro, realizzato in collaborazione con l' Istituto “Leone Caetani”, con “L'Archeoclub d' Italia”, nella persona della dott.ssa Carla Vaudo.  Dopo un breve preambolo illustrativo della Preside dott.ssa Patrizia Pochesci, la “lectio” ha avuto subito inizio: il tema era quello della trattazione del Rinascimento tramite i reperti delle vestigia architettoniche (in questo caso le ville e i palazzi dei potenti di allora) ed attraverso l' osservazione della vita privata dei signori che le avevano commissionate e che ne usufruivano. Potremmo chiederci: perché attraverso la “lente” della vita privata? Poiché, a differenza di oggi (dove la vita privata ha connotati “sacrali”), allora, essa era un modo per declinare il pubblico e mantenere allo stesso tempo fitti legami col potere e gli affari economici, naturalmente trattati in maniera informale, sotto le vesti del divago e dell' otium: implicitamente la villeggiatura rappresentava l' affermazione e la rappresentazione dello status dei detentori del potere economico e sociale. La dott.ssa Vaudo ha immediatamente fatto notare la differenza con il Medioevo, periodo “buio”, pervaso dalla preoccupazione dominante per la sicurezza e connotato da figure architettoniche di tipo “difensivo” (il castello, la chiesa, il comune) e, culturalmente parlando, si rifiutava la “classicità” greco-romana. Nel rinascimento, di converso, le infrastrutture erano più sviluppate, le condizioni economiche generali più prospere e floride, si recuperavano i classici, si andavano a rivalutare Plinio, Platone, Lucrezio e in genere tutta la letteratura e la filosofia antica. Agli stili architettonici “difensivi” si sostituivano stili “aperti”, opere più raffinate ed informali, ricche di rappresentazioni artistiche “colte”, con esplicito intento di sfoggio di erudizione.
La dott.ssa Vaudo ha poi sottolineato che, spesso e volentieri, le ville più recenti sorgevano su rovine nascoste di ville antiche e ciò perché le esigenze strategiche, il gusto e l' immediata individuazione di luoghi particolarmente ameni erano, evidentemente, una sorta di “costante”nel tempo. Si è inoltre parlato di bioarchitettura, di costruzioni fortemente integrate con l' ambiente esterno, anche attraverso artifici pittorici murali interni che rappresentavano giardini e boschi, che di fatto creavano un'illusoria ma realistica estensione dell' abitato: arte mimetica, in pochi termini... l' ambiente e l' architettura erano concepite assieme. Nel dettaglio, con l'ausilio di proiezioni, la dott.ssa Vaudo ha parlato precipuamente di Villa Medici, di Villa Chigi, Villa Farnese e della Villa dei Lante con una dovizia di particolari impressionante ma, anche di reperti archeologici non più esistenti e di ville dislocate al di fuori del territorio romano. Si è parlato d'arte, storia, antropologia, sociologia, filosofia e mitologia, nonché di architettura. Che dire? Meraviglioso: un approccio olistico, multiprospettico, completo.

Alla fine è intervenuta il Sindaco Eleonora Della Penna auspicando il ripetersi di incontri di questo tipo, specialmente per erudire i giovani, i quali, ha fatto notare, senza riferimenti culturali non saranno mai veramente liberi.

Giovanni Pinna