mercoledì 8 aprile 2015

ARCHITETTURA RINASCIMENTALE: FUSIONE DI BELLEZZA E FUNZIONALITA'

Ancora una volta, nell' Aula Consiliare del Comune di Cisterna, protagonista l' archeologia e le sue poliedriche forme d' interpretazione e , di nuovo, a fornire spiegazioni e delucidazioni, la Dott.ssa Carla Vaudo. A fare da “cappello” al suo discorso sull' archeologia del Rinascimento, questa volta vi è stata una proposta di analisi del lavoro del Palladio, illustre architetto tanto caro all' aristocrazia veneziana di allora, e del suo trattato, “I quattro libri dell' architettura”,  raccolta sistematica, ricerca  e sperimentazione su stili ripresi da opere più antiche e poi applicati all' architettura, all' epoca, più attuale. Tutto il discorso si può riassumere nel concetto di funzionalità unita alla bellezza, attraverso la perfetta coesione di teoria e prassi. Nulla era lasciato al caso, ogni elemento delle ville esaminate dalla dott.ssa Vaudo era concepito attraverso lo sguardo dell' estetica più soppraffina: persino le zone destinate alle attività più umili erano “rivestite” di grande dignità e splendore attraverso gli elementi decorativi e dai particolari esterni, in armonizzazione continua con l' ensemble del resto degli edifici. La dott.ssa Vaudo ha fatto notare il parallelo esistente tra questi edifici e i templi classici, presi ad imitazione per autocelebrare la vita privata, non però scollegata dall' esterno, “biglietto da visita” per esprimere la signoria e il potere sotto molteplici ed eloquenti forme. Ha poi parlato degli assi prospettici di queste ville, costruite all' insegna della trasparenza e sul richiamo della centralità dell' uomo (del resto l' Umanesimo produsse i prodromi del Rinascimento), e delle decorazioni murali ad tema architettonico, opere tridimensionali che facevano e fanno tuttora percepire costruzioni “fittizie” all' interno degli edifici, poiché basati su un gioco di illusione ottica. Ha poi parlato di spazi e luoghi dedicati alla rappresentazione simbolico-mitologica del potere  economico, intellettuale e politico la cui apoteosi si realizzava nelle grandiose volte affrescate. All' interno, in altri luoghi, era possibile osservare delle vere e proprie megalografie che incutevano riverenza e rispetto. Anche il mecenatismo era una parola d' ordine a quel tempo: le signorie si servivano di genii artistici per poter meglio rappresentare il loro prestigio attraverso l' arte, la bellezza e  il fasto, sempre in collegamento col passato, quasi a rievocare il potere imperiale antico. Tutto, interni ed esterni, era opportunamente  plasmato per affermare il potere. L' arte, figurativa ed architettonica , sfruttava il tromp d' oeil, il colpo d' occhio, attraverso il quale le immagini colpivano continuamente l' attenzione sia in maniera totale che particolare. Le ville e i palazzi, concepiti come musei e  abitazioni  assieme e perfettamente integrate coll' ambiente naturale circostante, plasmato e trasformato a seconda delle esigenze, possono essere definite autentici gioielli dell' architettura.  Al vaglio sono passati, poi, Villa d' Este e  Palazzo Farnese: nel primo caso ci si è ritrovati a parlare di bioarchitettura, di giardini manipolati e trasformati in autentiche opere d' arte con l' ausilio dell' idraulica, nel secondo caso (Villa Farnese) si è parlato della sua maestà e bellezza, unite alla più stretta funzionalità, ed in particolare della sua splendida volta affrescata, raggiungibile attraverso la scala regia.
Infine la dott.ssa Vaudo ha fatto notare le assonanze e le somiglianze stilistiche tra gli  edifici di quell' epoca  e  Palazzo Caetani a Cisterna.

Tutto è stato gradevolissimo, autorevole ed interessante.

GIOVANNI PINNA

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