Ancora una volta, nell' Aula
Consiliare del Comune di Cisterna, protagonista l' archeologia e le sue
poliedriche forme d' interpretazione e , di nuovo, a fornire spiegazioni e
delucidazioni, la Dott.ssa Carla Vaudo. A fare da “cappello” al suo discorso
sull' archeologia del Rinascimento, questa volta vi è stata una proposta di
analisi del lavoro del Palladio, illustre architetto tanto caro all'
aristocrazia veneziana di allora, e del suo trattato, “I quattro libri dell'
architettura”, raccolta sistematica,
ricerca e sperimentazione su stili
ripresi da opere più antiche e poi applicati all' architettura, all' epoca, più
attuale. Tutto il discorso si può riassumere nel concetto di funzionalità unita
alla bellezza, attraverso la perfetta coesione di teoria e prassi. Nulla era
lasciato al caso, ogni elemento delle ville esaminate dalla dott.ssa Vaudo era
concepito attraverso lo sguardo dell' estetica più soppraffina: persino le zone
destinate alle attività più umili erano “rivestite” di grande dignità e
splendore attraverso gli elementi decorativi e dai particolari esterni, in
armonizzazione continua con l' ensemble del resto degli edifici. La dott.ssa
Vaudo ha fatto notare il parallelo esistente tra questi edifici e i templi
classici, presi ad imitazione per autocelebrare la vita privata, non però
scollegata dall' esterno, “biglietto da visita” per esprimere la signoria e il
potere sotto molteplici ed eloquenti forme. Ha poi parlato degli assi
prospettici di queste ville, costruite all' insegna della trasparenza e sul
richiamo della centralità dell' uomo (del resto l' Umanesimo produsse i
prodromi del Rinascimento), e delle decorazioni murali ad tema architettonico,
opere tridimensionali che facevano e fanno tuttora percepire costruzioni
“fittizie” all' interno degli edifici, poiché basati su un gioco di illusione
ottica. Ha poi parlato di spazi e luoghi dedicati alla rappresentazione
simbolico-mitologica del potere economico,
intellettuale e politico la cui apoteosi si realizzava nelle grandiose volte
affrescate. All' interno, in altri luoghi, era possibile osservare delle vere e
proprie megalografie che incutevano riverenza e rispetto. Anche il mecenatismo
era una parola d' ordine a quel tempo: le signorie si servivano di genii
artistici per poter meglio rappresentare il loro prestigio attraverso l' arte,
la bellezza e il fasto, sempre in
collegamento col passato, quasi a rievocare il potere imperiale antico. Tutto,
interni ed esterni, era opportunamente
plasmato per affermare il potere. L' arte, figurativa ed architettonica
, sfruttava il tromp d' oeil, il colpo d' occhio, attraverso il quale le
immagini colpivano continuamente l' attenzione sia in maniera totale che particolare.
Le ville e i palazzi, concepiti come musei e
abitazioni assieme e
perfettamente integrate coll' ambiente naturale circostante, plasmato e
trasformato a seconda delle esigenze, possono essere definite autentici
gioielli dell' architettura. Al vaglio
sono passati, poi, Villa d' Este e
Palazzo Farnese: nel primo caso ci si è ritrovati a parlare di
bioarchitettura, di giardini manipolati e trasformati in autentiche opere d'
arte con l' ausilio dell' idraulica, nel secondo caso (Villa Farnese) si è parlato
della sua maestà e bellezza, unite alla più stretta funzionalità, ed in
particolare della sua splendida volta affrescata, raggiungibile attraverso la
scala regia.
Infine la dott.ssa Vaudo ha fatto
notare le assonanze e le somiglianze stilistiche tra gli edifici di quell' epoca e
Palazzo Caetani a Cisterna.
Tutto è stato gradevolissimo,
autorevole ed interessante.
GIOVANNI PINNA